OGNI PAZIENTE HA UNA STORIA UNICA: LEGGETE LE LORO TESTIMONIANZE PER SCOPRIRE PERCHÉ HANNO SCELTO L’ECOTERAPIA

Stefania, 79

L’intervento è una passeggiata, non è doloroso – nemmeno la convalescenza. Senz’altro consigliato!

Stefania, 79

L’intervento è una passeggiata, non è doloroso – nemmeno la convalescenza. Senz’altro consigliato!
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FABIO, 52

Sono molto contento dell’operazione.

Consigliata a chi come me ha disturbi del circolo venoso: è molto più vantaggioso dell’operazione chirurgica

Il giorno dopo ero già a lavorare! Faccio il piastrellista, e ho lavorato già dal giorno dopo chinato ed inginocchiato senza dolori.

FABIO, 52

Il giorno dopo ero già a lavorare!
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SOLANGE, 48

Non ho provato nessun dolore, solo un leggero fastidio durante l’intervento e nei primi due giorni di convalescenza.

Sono molto contenta: non ho più vene visibili, né sintomi associati.

Consiglio!

SOLANGE, 48

Sono molto contenta: non ho più vene visibili, né sintomi associati.
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VIVIANA, 41

Non ho provato nessun dolore, mai!

Anche a casa, come se non avessi subito nessun intervento.

Non paragonabile alla chirurgia, molto meno invasivo.

Consiglio.

VIVIANA, 41

Anche a casa, come se non avessi subito nessun intervento.
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ROBERTO, 61

Sembra di andare dal dentista. La differenza con la sala operatoria è evidente.

Psicologica e fisica: l’intervento è ambulatoriale, rapido, senza dolore. Nessun dolore anche in convalescenza.

Consigliato perché è l’ideale: estremamente vantaggioso rispetto alla chirurgia.

ROBERTO, 61

Sembra di andare dal dentista. La differenza con la sala operatoria è evidente.
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Dr Paolo Casoni,

Esperto in chirurgia vascolare

Sonovein è l’unica possibilità esistente di trattare una vena varicosa dall’esterno, aggravando ultrasonicamente la parete venosa senza dover entrare nella vena o rimuoverla. Questo è sensazionale perché apre la strada a possibilità terapeutiche in flebologia che prima erano impensabili; mi riferisco soprattutto all’opportunità unica di combinare la conservazione del patrimonio venoso con l’intervento mirato, dall’esterno, dei soli punti refluenti. Conservazione e non invasività. Questo è il futuro.

Dr Paolo Casoni,

Esperto in chirurgia vascolare

Questo è sensazionale perché apre la strada a possibilità terapeutiche in flebologia che prima erano impensabili [...] Questo è il futuro.
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Sabrina, 42

Questa primavera sono stata trattata con il dispositivo SONOVEIN dal dottor Obermayer a Melk (diagnosi: insufficienza della vena grande safena con varicosi laterale destra) e sono rimasta estremamente soddisfatta del trattamento. Le “scariche” con onde ultrasoniche ad alta intensità sono durate otto secondi e da circa metà del tempo ho iniziato a sentire una sensazione di forte bruciore. Pensavo che fosse un po’ fastidioso, ma è assolutamente tollerabile. Il tempo del trattamento è trascorso serenamente grazie alla bella atmosfera che c’è sempre stata tra le persone presenti nella stanza. Grazie!Dopo il trattamento mi sono sentita bene e non ho avuto dolori. Solo a tratti sentivo una leggera tensione nell’area di trattamento. Inoltre mi hanno messo calze compressive che ho indossato per circa una settimana. Ho seguito il consiglio del dottor Obermayer di fare attività e muovermi di più. Le visite di controllo non sono state fastidiose. Secondo il dottor Obermayer il trattamento è stato un grande successo. Ero contentissima che la varice nella parte inferiore della gamba destra fosse diminuita visibilmente dopo il trattamento. Vorrei ringraziare il dottor Obermayer e la sua équipe per la competenza, la comprensione e l’empatia dimostrate.

Sabrina, 42

Dopo il trattamento mi sono sentita bene e non ho avuto dolori.
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Omar, 37

Sono un chirurgo vascolare specializzato in flebologia presso la Whiteley Clinic e generalmente sto tutto il giorno in piedi per trattare i miei pazienti. Alla fine delle giornate di lavoro, le mie gambe erano sempre estremamente doloranti, pesanti e stanche. Essendo un medico sapevo che la causa erano le vene, ho avuto 2 vene perforanti incompetenti.Non appena venni a sapere che l’ecoterapia, quale opzione di trattamento nuova completamente non invasiva, sarebbe stata disponibile presso la Whiteley Clinic pensai che avrebbe fatto al caso mio, soprattutto per la mia avversione agli aghi. Naturalmente, solo a condizione che quella volta fossi io il paziente.L’ecoterapia non è come un trattamento laser, non prevede l’inserimento di catetere, solo una sonda ecografica che poggia sulla cute del paziente. Ho ricevuto solo un piccolo quantitativo di anestetico locale, molto meno rispetto a quello necessario per altre opzioni di trattamento. Posso ammettere con assoluta certezza che sia stato meno doloroso del trattamento laser.Durante il trattamento mi sono potuto rilassare sul lettino e la sonda di trattamento è stata posizionata sulla gamba. Con mio grande sollievo non ho sentito quasi per niente gli impulsi. Talvolta sentivo una sensazione di calore, come quando tieni una tazza di tè in mano, ma dopo alcuni secondi la sensazione scompariva. La sera dopo il trattamento ho sentito come se fosse successo “qualcosa” alle mie gambe, ma non era una sensazione di dolore. In tutta onestà, non ho avuto alcun dolore postoperatorio, né lividi o fastidio spesso associati ad altri trattamenti venosi.Si è svolto tutto a livello ambulatoriale. Mi sono sottoposto al trattamento la mattina e il pomeriggio stesso ho partecipato a un corso di formazione clinica in cui sono dovuto rimanere in piedi la maggior parte del tempo. Il giorno dopo il trattamento, ho continuato a lavorare normalmente, mentre il secondo giorno dopo il trattamento ho eseguito interventi per tutta la giornata. Con mia grande sorpresa, mi sentivo assolutamente bene! Ho eseguito un’ecografia di controllo e con grande soddisfazione posso dire che le mie vene sono completamente chiuse e la sensazione di pesantezza, stanchezza e l’arco del dolore sono completamente passati.

Omar, 37

Di pesantezza, stanchezza e l’arco del dolore sono completamente passati.
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Dr. Rubén Rodríguez Carvajal,

Direttore dell'Instituto Internacional Vascular y Endovascular (IVEI), Marbella, Spagna.

L’ecoterapia con Sonovein rappresenterà una svolta assoluta nel trattamento delle vene varicose: trattare l’insufficienza venosa al 100% in modo non invasivo rappresenta un’enorme opportunità per i medici senza la necessità di una sala operatoria.

Per i pazienti si tratterà di una terapia dirompente, che offrirà il trattamento più sicuro possibile anche ai pazienti ad alto rischio.

Dr. Rubén Rodríguez Carvajal,

Direttore dell'Instituto Internacional Vascular y Endovascular (IVEI), Marbella, Spagna.

Il trattamento più sicuro possibile anche per i pazienti ad alto rischio.
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OMAR, 37

Je suis Chirurgien Vasculaire et Phlébologue à la Clinique Whiteley, et je me tiens généralement debout toute la journée quand je traite les patients. À la fin de mes journées mes jambes étaient assez souvent extrêmement douloureuses, lourdes et fatiguées. En tant que médecin, je savais que c’était à cause de mes veines – j’avais en effet 2 veines perforantes incompétentes.

Quand j’ai appris que l’échothérapie serait lancée puis proposée à la clinique Whiteley comme nouvelle option de traitement complètement non-invasive, j’ai su que c’était ce qu’il me fallait, d’autant plus que je déteste les aiguilles. Bien entendu, seulement quand je suis patient !

L’échothérapie n’est pas comme le traitement laser, il n’y a pas d’insertion de cathéter, juste une sonde à ultrasons posée sur votre peau. On a utilisé un petit volume d’anesthésie locale, bien moins que ce que requièrent les autres options de traitement. Je peux assurer que c’était beaucoup moins douloureux que le traitement laser.

Au début du traitement, je me suis étendu sur la table de traitement et on a placé la sonde de traitement sur ma jambe. A ma grande joie, je n’ai pas beaucoup ressenti les « pulses ». Parfois, ça a chauffé un peu, comme lorsqu’on tient une tasse de thé, mais cette sensation s’en est allée en quelques secondes. Dans de la soirée après le traitement j’ai senti que quelque chose s’était passé dans mes jambes, mais ce n’était pas de la douleur à proprement parler. A vrai dire, je n’ai pas eu de douleur post-opératoire du tout, et je n’ai pas eu les ecchymoses ou l’inconfort qui viennent souvent avec d’autres traitements veineux.

Je suis entré, on m’a traité, puis je suis sorti, cela a vraiment été une expérience confortable. J’ai été traité à la première heure du matin, et le même après-midi j’ai assisté à une formation clinique qui demandait d’être debout la plupart du temps. Le lendemain j’ai continué à travailler normalement et deux jours après le traitement j’ai fait des chirurgies toute la journée. À mon grand étonnement, je me sentais parfaitement bien ! J’ai eu un examen de suivi, et avec beaucoup de joie je peux dire que mes veines sont complètement fermées et que la lourdeur, la fatigue et la douleur ont complètement disparu. »

OMAR, 37

"Sono entrato, sono stato curato e subito dopo sono uscito e ho continuato la mia giornata".
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Melanie, 41

Quando ero molto giovane ho avuto problemi di tiroide per i quali sono stata sottoposta a un trattamento chirurgico. Da allora devo assumere ormoni tiroidei ogni giorno. Purtroppo, con il passare degli anni si è formato un nuovo nodulo, che stava diventando sempre più grande. Alla fine, raggiunti i circa 2,3 cm, ha iniziato a darmi fastidio. Avevo problemi a deglutire e sentivo un nodo alla gola. Quando facevo attività fisica mi mancava subito il respiro perché il nodulo mi comprimeva la trachea.Sapevo di non poter continuare così. Non ho neanche preso in considerazione la.

Fui rassicurata che l’ecoterapia comportava rischi minimi e non lasciava cicatrici. Un aspetto molto importante per me. Non era necessaria anestesia generale né terapie post-trattamento. La breve durata del trattamento e il fatto di poter tornare alla vita di tutti i giorni subito dopo la procedura mi convinsero completamente.

Il giorno del trattamento ero comunque nervosa perché non sapevo con certezza se il trattamento sarebbe stato doloroso. Ho assunto un antidolorifico leggero. Il trattamento è durato circa 45 minuti. È stato fastidioso, ma non doloroso. Durante l’erogazione degli impulsi a ultrasuoni, ho avvertito un formicolio e una sensazione di pressione che si diffondeva, a seconda della posizione, in direzione della mascella, della spalla e del collo. Ho provato anche una sensazione di freddo nella sede del trattamento e una leggera tensione alla mascella. Tuttavia, due ore dopo era passato tutto. La mia vita di tutti i giorni non ha subito alcuna limitazione.

Il nodulo si è già visibilmente ridotto e non ho alcun sintomo. Ciò che apprezzo di più è che non lascia cicatrici e che comporta una brevissima interruzione nella propria vita normale. Consiglio vivamente questa terapia.

Melanie, 41

La mia vita di tutti i giorni non ha subito alcuna limitazione.
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Ina, 66

Da molti anni sentivo come se avessi un nodo in gola. Alla visita con il medico fui messa di fronte alla diagnosi: avevo diversi noduli tiroidei caldi e uno freddo. Un trattamento convenzionale con ormoni tiroidei si era rivelato inefficace quindi inizialmente si decise di tenere semplicemente sotto osservazione i noduli su base regolare. Ci si accorse così che il nodulo freddo negli anni continuava ad aumentare di volume a un ritmo lento, ma costante. Nel 2018, a causa dell’età e del costante aumento del numero di noduli caldi, mi suggerirono l’asportazione chirurgica della tiroide. Iniziai le mie ricerche su Internet perché volevo evitare l’intervento chirurgico. Venni a conoscenza del trattamento con ecoterapia, un’alternativa non invasiva alla chirurgia. Sfortunatamente la terapia non era disponibile a Monaco, mentre veniva offerta presso l’ospedale universitario di Francoforte. Poiché la clinica è considerata all’avanguardia in questa terapia e in Germania è conosciuta a livello nazionale per la competenza dei medici e l’offerta delle tecnologie più recenti, decisi di fare un tentativo. Contattai immediatamente l’ospedale universitario e risultai idonea alla terapia. L’unica cosa che posso dire è che il trattamento non fu completamente indolore. Durante il trattamento vengono erogati molti cosiddetti “impulsi”, ultrasuoni ad alta intensità che riscaldano il tessuto a livello locale e distruggono il tessuto nodulare. Questo non rimuove completamente il nodulo, ma ne riduce il volume a una misura tale da non essere più palpabile. Oggi mi sento più libera e non ho più la sensazione di avere qualcosa in gola. Lo rifarei in qualsiasi momento per evitare un intervento chirurgico.

Ina, 66

Lo rifarei in qualsiasi momento per evitare un intervento chirurgico.
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Ilona, 59

I noduli alla tiroide sono ricorrenti nella nostra famiglia. Io non avevo mai avuto problemi in passato, ma circa tre anni fa ho iniziato improvvisamente a soffrire di ritenzione idrica, sudavo molto e mi sentivo spesso stanca e senza fiato. Pensavo fossero i classici sintomi della menopausa e dell’asma. Dopo un appuntamento con l’osteopata le cose presero un’altra piega: sospettò problemi alla tiroide dietro ai miei sintomi. Proseguii con una visita presso il mio medico di base e analisi del sangue. Mi disse che le ghiandole della tiroide erano normali. Non essendo convinta, decisi di rivolgermi a uno specialista per indagare i sintomi. Nello stesso periodo lessi sul giornale del dottor Seeberger, esperto in malattie della tiroide presso il proprio studio di medicina nucleare. Portai i referti delle analisi del sangue all’appuntamento con il dottor Seeberger che si allarmò immediatamente. Le mie ghiandole tiroidee erano completamente sbilanciate. La stanchezza costante, la sudorazione e i problemi di respirazione erano tutti collegati a un nodulo alla tiroide. Mi preoccupava molto l’eventualità di un’operazione, ma il dottor Seeberger mi rassicurò subito. Mi illustrò un nuovo trattamento non invasivo a base di ultrasuoni che scioglie il tessuto del nodulo tiroideo con il calore. Mi spiegò nel dettaglio l’ecoterapia: un trattamento breve senza ricovero in ospedale che non va a compromettere il tessuto sano. La cosa più importante era che non richiede né intervento chirurgico né incisioni. Già il giorno successivo al trattamento riuscivo a respirare meglio e nell’arco di tre settimane il nodulo si era già ridotto di un terzo. Non mi aspettavo che i miei disturbi si alleviassero così rapidamente. Poiché avevo un nodulo tiroideo su entrambi i lati della tiroide, il trattamento fu eseguito in due sedute. Anche la seconda volta tutto si svolse senza problemi. Sono estremamente felice di non aver dovuto asportare la tiroide e che probabilmente non dovrò più assumere farmaci. E ancora una volta mi sono resa conto di quanto sia importante fidarsi delle proprie sensazioni.

Ilona, 59

Non mi aspettavo che i miei disturbi si alleviassero così rapidamente.
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Andrea, 54

La prima cosa che non riuscivo a spiegarmi era che avessi problemi a deglutire. Poco tempo dopo, mentre applicavo una crema avvertii chiaramente qualcosa sul collo. Rimasi turbata, mi chiedevo se il modulo potesse continuare a crescere e se fosse benigno.

Mi rivolsi immediatamente al mio medico di base che mi indirizzò verso uno specialista in medicina nucleare. Risultato: Fortunatamente, il nodulo non era maligno e non soffrivo di ipertiroidismo né di ipofunzione. Tuttavia, a causa del fastidio che mi generava e della dimensione di 4,5 cm, il nodulo doveva essere trattato comunque. Il medico mi prescrisse delle pillole che avrebbero dovuto impedirne l’ulteriore crescita. La cosa peggiore rispetto all’incertezza legata al nodulo, tuttavia, erano gli effetti collaterali dei farmaci: cefalee, tachicardia e grave dolore addominale.

Per caso, lessi un articolo sull’ecoterapia che consente di trattare i noduli tiroidei senza intervenire chirurgicamente. Trovai un centro di trattamento in Germania tramite il sito Web sull’ecoterapia e fissai immediatamente un consulto iniziale: era sufficiente una semplice impegnativa del medico di base. Due settimane dopo ero seduta nello studio di medicina nucleare del dottor Hakman che si prese tutto il tempo necessario per spiegarmi nel dettaglio come funziona l’ecoterapia: un’opzione terapeutica senza anestesia generale e senza alcuna incisione che tratta in modo delicato il tessuto interessato con fasci di ultrasuoni, senza intervenire chirurgicamente ed eseguita in regime ambulatoriale. Decisi senza indugio e un mese dopo tornai presso lo studio per sottopormi al trattamento con ecoterapia.

Grazie all’approfondita spiegazione del dottor Hakman sapevo già esattamente cosa aspettarmi. Naturalmente ero un po’ nervosa. Il trattamento non è stato affatto doloroso, la parte più dura è stata rimanere ferma per 40 minuti. Ho sentito una leggera tensione alla mascella e alla spalla, ma queste sensazioni sono scomparse quasi subito dopo il trattamento. Una volta terminato, sono potuta uscire immediatamente dallo studio e andare al lavoro. A distanza di quattro settimane, il nodulo era già molto più piccolo e dopo soli quattro mesi si era ridotto della metà rispetto alle dimensioni iniziali, e tutto senza farmaci. I disturbi sono scomparsi e il nodulo non si vede più. Posso guardarmi di nuovo allo specchio.

Andrea, 54

I disturbi sono scomparsi e il nodulo non si vede più.
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Saskia, 19

Avevo sempre male. Avevo circa 16 anni. I dolori erano piuttosto insoliti e a un certo punto mi recai dal medico. Naturalmente avevo paura che si trattasse di un tumore. Non è bello quando non sai cos’hai. Con me c’era anche mia madre ed era preoccupata. Il medico scoprì un nodulo e presi appuntamento per una biopsia presso l’ospedale. Successivamente mi venne detto che si trattava di un fibroadenoma.Temevo che il nodulo avrebbe continuato a crescere, perché avevo notato che diventava sempre più grande. A quel tempo era già visibile. Era particolarmente sporgente da sdraiata. Non era affatto bello! Il nodulo era di 3,9 cm, credo. Pensavo che sarebbe peggiorato sicuramente nel tempo. Per questo motivo volevo trattare il nodulo a tutti i costi. Il medico disse che poteva essere asportato rapidamente. Tuttavia, volevo evitare incisioni poiché le mie cicatrici non guariscono mai bene. Quando ero più giovane soffrivo anche di crisi epilettiche e non reagisco bene all’anestesia, tutte ragioni che deponevano a sfavore di un’operazione.Poi mia madre trovò qualcosa sull’ecoterapia su Internet e me ne parlò.Ero sollevata dal fatto che l’ecoterapia non lascia cicatrici né grinze cutanee e che alla fine le mammelle non appaiano diverse l’una dall’altra. Mi fu piuttosto chiaro che avrei tentato questa opzione.Tuttavia il giorno del trattamento ero piuttosto nervosa in quanto non sapevo se avrei provato dolore. A un certo punto del trattamento ho sentito tirare. Ho provato dolore, ma solo per poco.Dopo il trattamento mi sono rimasti un paio di lividi, ma niente di che. Ho ripreso a fare tutto ciò che faccio normalmente ogni giorno.Successivamente ho notato per la prima volta che il nodulo si era ridotto e alla visita successiva a distanza di sei mesi si era già ridotto della metà. E ora è ancora meglio. Pensavo che fosse positivo che non ci fossero cicatrici né ferite che avrebbero potuto infettarsi.Dall’altra parte ho un altro fibroadenoma e vorrei che anche questo venisse trattato con l’ecoterapia.

Saskia, 19

Ero sollevata dal fatto che l’ecoterapia non lascia cicatrici né grinze cutanee
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Monika, 32

Ho scoperto il nodulo per caso. Una notte, nel 2009, ero sdraiata a letto e mi sono girata su un fianco. Ho messo la mano sul lato del seno e improvvisamente ho sentito un nodulo. Mi sono spaventata davvero. Sapevo che poteva essere un tumore e che dovevo farlo esaminare.La mia ginecologa mi fece subito un’ecografia al termine della quale disse che era piuttosto sicura che non fosse nulla di cui preoccuparsi. Tuttavia temevo di dovermi sottoporre comunque a una biopsia.Quando fu chiaro che era un fibroadenoma, la mia ginecologa mi disse che poteva essere asportato, ma pensava anche che durante la gravidanza sarebbe cambiato a causa degli ormoni. Ero sicura di volere un bambino e pensai che avrei dovuto aspettare e il nodulo probabilmente si sarebbe ridotto. Ho talmente paura delle operazioni che avrei fatto qualsiasi cosa per evitare un intervento. L’unica cosa che potevo fare era tenere sotto controllo il nodulo per valutarne gli eventuali cambiamenti. Ero molto spaventata.Poi nacque mio figlio e per molto tempo non notai alcun cambiamento nel nodulo. Non riuscii ad allattare al seno. Qualche tempo dopo la nascita iniziai a prendere la pillola per la prima volta in tutta la mia vita. Mi venne prescritta perché avevo problemi cutanei. A tale scopo è stata molto efficace, ma il fibroadenoma improvvisamente sembrava essere cresciuto molto. Durante una visita di routine, la mia ginecologa mi disse che era diventato molto più grande. Mi pare fosse di 3,6 cm. Mi consigliò vivamente di toglierlo. Non volevo a tutti i costi. A parte il fatto che mi faceva molta paura l’operazione, adesso avevo un figlio e temevo che non sarei riuscita a occuparmi di lui nel postoperatorio. Gli piace stare in braccio e giocare; non sarei riuscita a dargli quello di cui aveva bisogno. Così provai a ritardare l’operazione, ma era chiaro che non si potesse evitare. Avevo già fissato un appuntamento per l’intervento. In quel momento mi sembrava di impazzire e pensavo che non sarei riuscita ad andare fino in fondo.Stavo già cercando altre opzioni di trattamento. Su Internet vidi qualcosa sull’ecoterapia, ero letteralmente elettrizzata. Capii che non si trattava di un’operazione e sentii di poterla affrontare. Chiamai il centro di ecoterapia, annullai l’operazione e fissai un appuntamento per il trattamento di ecoterapia.Poco prima del trattamento mi chiesi se avrebbe funzionato davvero così bene e il giorno stesso ero molto agitata. Poi pensai a come avrei fatto nel caso di un’operazione se fossi stata così preoccupata come ero adesso? Mi fecero sdraiare sul fianco e mi appoggiarono il macchinario sul seno. Ogni tanto sentivo pungere, tutto lì. In circa un’ora era tutto finito. Il mio seno era leggermente gonfio e quando passò l’effetto dell’anestesia avvertii una sensazione di bruciore. Ma non sentii alcun dolore. Subito dopo il trattamento sono tornata a giocare con mio figlio e a stringerlo tra le braccia. È stato molto importante per me. Ero contentissima che non avessi dovuto subire un’operazione.Entro all’incirca un mese, mi accorsi che le dimensioni del fibroadenoma si erano ridotte. Dopo quattro mesi, in occasione di una visita, la mia ginecologa mi disse che ora era di solo 1,1 cm, più piccolo di un pisello. La ginecologa rimase sorpresa del risultato e io ero completamente soddisfatta: il fibroadenoma si era ridotto molto più in fretta di quanto mi aspettassi. Rifarei la stessa scelta senza esitazione.

Monika, 32

I would choose this option again without hesitation
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Janine, 37

All’età di 14 anni mi venne diagnosticato un nodulo. In un primo momento mi dissero che era una cisti di grasso. Durante il ciclo diventava più duro e anche fastidioso, ma non pensavo che fosse da asportare. Quando capii che non era nulla di grave, mi fu chiaro che l’avrei lasciato dov’era. Non volevo che mi venisse toccato il seno per questo. Non so esattamente quanto fosse grande il nodulo in quel momento, in ogni caso lo si poteva vedere. Più tardi se ne accorse anche il mio compagno, ma ne parlammo apertamente. Non intervenni per molto tempo, fino a quasi 30 anni, quando la mia ginecologa mi disse che era da asportare. Probabilmente il nodulo era diventato di 3,5 cm e pensava potesse essere qualcosa di grave. Mi sottoposi a una biopsia e mi fu diagnosticato un fibroadenoma che era benigno e sarebbe rimasto benigno. A quel tempo ero fermamente contro un intervento chirurgico.In seguito lessi per caso sul giornale che si possono ridurre le dimensioni di un fibroadenoma con l’ecoterapia senza ricorrere alla chirurgia. Mi dissi che senza anestesia generale né intervento chirurgico era ciò che faceva al caso mio. Anche se il nodulo non mi creava problemi, pensai comunque che fosse meglio intervenire dato che non era necessario ricorrere alla chirurgia. Richiesi ulteriori informazioni presso il centro di ecoterapia e fissai un appuntamento.Il giorno del trattamento venni accolta calorosamente. Non ero preoccupata perché sapevo che non sarebbe potuto succedere niente di che. Ero stata informata molto bene dai medici prima della seduta. Avrei potuto chiedere un’iniezione di tranquillante, ma rifiutai. Non ho problemi a rimanere ferma. Questo è importante poiché se ti muovi il macchinario si spegne per motivi di sicurezza e deve essere riavviato allungando i tempi della procedura. Quando vengono applicati gli ultrasuoni, si avverte un leggero calore, pizzica un po’, ma è assolutamente tollerabile. Sono abbastanza sensibile al dolore, ma è stato solo un pizzico. Subito dopo il trattamento ho potuto fare tutto. Non sono dovuta stare particolarmente attenta a nulla e ho potuto indossare di nuovo il reggiseno come sempre. Tutto ciò che si può notare è un piccolo livido.Prima del trattamento non avevo più esaminato il fibroadenoma con l’autopalpazione. Sapendo che non era nulla di grave non gli avevo dato peso. Tuttavia, qualche tempo dopo il trattamento mi accorsi che si era visibilmente ridotto.Ora il fibroadenoma è diventato notevolmente più piccolo. Dai 3,5 cm probabilmente è passato a 1 cm. La tensione è completamente passata. Anche il tessuto è completamente diverso: non è più duro, ma morbido al tatto. È semplicemente più piacevole.Lo rifarei con assoluta certezza: quando raggiunge determinate dimensioni è sicuramente opportuno.

Janine, 37

Lo rifarei con assoluta certezza
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Claudia, 33

All’inizio del 2013 durante un’autopalpazione del seno scoprii un nodulo. Fino a quel momento non avevo mai sentito parlare di fibroadenoma, quindi temevo si trattasse di qualcosa di più grave. Allora mi rivolsi a un ginecologo. Dopo l’ecografia, mi confermò che non si trattava di un tumore, ma probabilmente di un fibroadenoma. Per fugare ogni dubbio, mi sottoposi a una biopsia del nodulo. In quel momento non destava preoccupazione; date le dimensioni piuttosto ridotte non era visibile né doloroso.Nei successivi 3 o 4 mesi, lo tenni monitorato e scoprii che stava crescendo rapidamente. Quando l’ecografia confermò che si era ingrossato, il medico mi consigliò di asportarlo. Mi chiedevo come me lo avrebbero asportato. Il pensiero di un intervento chirurgico con dissezione mammaria e rimozione del fibroadenoma era un pensiero piuttosto destabilizzante.In quel periodo il fibroadenoma era diventato molto grande. Si vedeva dalla scollatura degli abiti che indossavo. Poi lessi un articolo sull’ecoterapia e inviai una richiesta di ulteriori informazioni al centro. A quell’epoca l’ecoterapia era una tecnologia relativamente nuova, ma non mi preoccupava poiché pensavo che questa tecnica a ultrasuoni sarebbe stata di gran lunga preferibile rispetto a un intervento chirurgico e al pensiero di cicatrici irreversibili e possibili cavità nella mammella.Decisi di prendere un appuntamento presso il centro di ecoterapia. Il trattamento non fu fastidioso, solo la posizione sdraiata senza potersi muovere fu leggermente scomoda. La procedura è durata circa un’ora. Pensavo peggio! L’appuntamento era di venerdì e tornai a casa immediatamente dopo la procedura, le mammelle erano leggermente gonfie e calde, ma per il resto era tutto normale.Dopo una o due settimane, il fibroadenoma ha iniziato a ridursi e da allora è diventato sempre più piccolo. Ora è di soli 2 cm. Non lo sento più e non mi fa male. Consiglierei il trattamento con ecoterapia anche se il fibroadenoma non è fisicamente doloroso. Anche se non ce ne rendiamo conto, è spiacevole sapere che il nodulo è lì, e potrebbe crescere. Questa sensazione ora è scomparsa ed è stato un enorme sollievo. Il mio ginecologo sostiene inoltre che con l’intervento chirurgico non si sarebbero ottenuti gli stessi risultati e che sarebbero rimaste cicatrici. Quindi sono molto contenta. Sono inoltre sorpresa che l’ecoterapia non sia ancora ampiamente disponibile.

Claudia, 33

Consiglierei il trattamento con ecoterapia
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